La favola
Di che colore è la fantasia? E i ricordi, si vedono? Si possono toccare?

Questa è una favola, sì. Sarà vecchio stile, sarà ingenua, ma è così che piace ancora a molti bambini, per non parlare delle loro mamme! Allora, lasciate che ve la raccontiamo.

C'erano una volta tanti bimbi e bimbe. Erano tanti e felici, amati e coccolati da un esercito intero di mamme. Ma avevano un problema, piccolo per i grandi, ma che a loro sembrava complicato e insormontabile: ogni volta che le mamme li vestivano per i giorni di festa, loro si sentivano costretti e come ingessati nei loro vestitini.

Erano belli ed eleganti, ed anche a loro piacevano, ma troppo scomodi e seriosi.

Così l'allegria del giorno di festa, del giorno da ricordare, un po' se ne andava ed i bambini erano felici solo quando potevano indossare gli altri vestiti, quelli di tutti i giorni, comodi e confortevoli.

Ma anche quelli... erano comodi, sì, ma spesso non avevano niente di bello, di nuovo, allegro e colorato.

C'erano una volta, appunto: perché poi tutto cambiò. Come: tutto cambio?!

Certo, perché come in tutte le favole che si rispettino, alla fine, le cose si aggiustano sempre, perché ad un certo punto arriva una fata. Uff... ma no, non con i capelli turchini!

Quella stava in un'altra favola.

Questa si chiamava Paola Coppola, aveva i capelli color indiano e il sorriso sincero e soprattutto era un po' fata e un po' ... mamma: aveva al suo fianco Giacomo, il suo bambino. Era lui a dirle sempre cosa fare per far felici gli altri bimbi.

Così, guardando e ascoltando, lavorando e creando, alla fine trovarono la soluzione al piccolo grande problema dei bimbi di questo nostro mondo, come Giacomo e delle mamme come Paola.

E sapete come la chiamarano questa soluzione?

E la pensarono bella: state a sentire.

Giacomo sapeva che nelle occasioni da ricordare la mamma lo voleva vedere elegante, con quel pizzico di raffinata dolcezza che solo certi abitini sanno dare.

Ma lui voleva potersi divertire, ridere, giocare come tutti gli altri giorni: che bambino sarebbe stato, se no???
Allora dalla matita di mamma Paola nacquero tantissimi vestiti: cappotti, giubbotti, gonne, pantaloni, camicie, gilet e tutto quello che si poteva desiderare.

Li chiamarono Rétro, erano per i giorni speciali, semplici e comodi, fatti con i cachemire più preziosi, le lane più morbide, i velluti di cotone e di viscosa, la seta, il cotone, lo chiffon, lo shantung di seta, i jersey di lana e di cotone.

Vivaci ed allegri in un'esplosione di azzurro, verde, rosso, giallo, arancione, bordeaux, ghiaccio, bianco, e chi più ne ha più ne metta.
E tutti i capi erano caratterizzati da ricercate passamanerie che regalavano loro il volto dei ricordi, quell'aspetto anticato che piaceva tanto a mamma Paola.

E tutti, ma proprio tutti, avevano un nome, per diventare compagni fedeli e testimoni di momenti indimenticabili.

Ma non finisce qui: la gioia, il gioco, la spensieratezza, la vita di tutti i giorni... Cosa mettere di bello ed accattivante, adatto a momenti intensi come questi?

Voilà: CASUAL CHIC, fu la risposta dalla matita creativa di Paola.

Anche qui non c'era che l'imbarazzo della scelta: le fantasie del patchwork in velluto ed in lino, il cotone, i velluti di cotone, la lana, i jersey di lana e di cotone, il denim di cotone, perfino l'ecopelle, davano forma ad abiti e giacche, pantaloni, camicie e tutto il resto, fantasiosi come i bambini che li avrebbero indossati, con colori sgargianti come il rosso, il bordeaux, i verdi, gli ecrù che si univano al bianco e all'avorio, al blu ed al nero.

Li potevano chiamare per nome: Puntaspilli, Vitalba, Jack della siepe...

Ma tutto questo non è passato, è presente. E non è nemmeno una favola, va bene: abbiamo detto una bugia, ma anche i bimbi ogni tanto ne dicono qualcuna, no?!

Le collezioni Rétro e CASUAL CHIC non sono una favola, ma la realtà di Paola Coppola e del suo bambino Giacomo insieme per